Secondi

Sguazét trentino (di mia mamma)

Se c’è una cosa da cui non sono minimamente attratta sono le frattaglie: coda, teste, zampette, cervelli. Tuttavia queste parti raccontano una tradizione secolare avversa allo spreco, dove ogni parte edibile dell’animale doveva essere cucinata e mangiata.  Perché se è vero che lo spreco non andava di certo d’accordo con la povertà, è anche vero che i sapori meno nobili ricchi di grassi e intingoli, soddisfavano comunque i palati dei contadini e delle loro famiglie.

In realtà sembra che ci sia stato un tempo in cui, prima di diventare piatto povero, le frattaglie avevano un posto di prim’ordine sulle tavole di molte genti. Nella Parigi del ‘600 le interiora erano molto più apprezzate delle bistecche e di conseguenza anche più costose. I francesi le chiamavano parties nobles e si narra che ogni cacciatore portasse sempre con sè un set di coltelli per rimuoverle subito e conservarle come dono per il potente di turno in onore del suo coraggio. Anche gli scozzesi venerano le frattaglie e un loro piatto nazionale, l’haggis, fatto di interiora di pecora avvolte nel suo stomaco, ricorda molto la cordula sarda (le blogger sarde mi correggano se ho detto un’eresia..).

Questa premessa per dire che quando ho saputo della vincita di Cristiana all’ultimo TCM, ho tremato, conoscendo la sua passione per il quinto quarto…e infatti la scelta del tema del mese è ricaduta proprio sulla quinta parte del taglio dell’animale (i primi due, posteriori, comprendono cosce e lombata, mentre i due anteriori sono formati da spalle, petto e pancia).
Inizialmente avevo deciso di non partecipare, poi complice una visita ai miei genitori e sapendo che in famiglia invece queste parti sono apprezzate, ho chiesto a mia mamma di preparare lo sguazèt: un piatto poverissimo della tradizione trentina contadina e montanara. 
Si tratta di fatto di uno stufato di frattaglie di cuore, fegato e polmone. In realtà nella versione preparata da mia mamma le frattaglie presenti sono rognone e timo, rispettivamente rene e ghiandola linfoepiteliale di vitello, quindi uno sguazèt a modo suo. 
Io ho contribuito occupandomi del set fotografico. Cara Cri, spero che accetterai comunque la mia proposta per l’MTC! 😉

Ingredienti:
Frattaglie di vitello (rognone e timo)
Olio evo
Burro
Cipolla
Rosmarino
Sale e pepe

Lavate molto bene le frattaglie. Tagliatele grossolanamente a pezzetti insieme a una cipolla e mettetele in padella con una noce di burro e olio. Cuocete a fuoco vivo per qualche minuto poi regolate di sale e pepe, unite il rosmarino e fate stufare per una quarantina di minuti aggiungendo acqua quando serve. Servite caldo, accompagnato con della polenta. 

Con questa ricetta partecipo all’MTC, sul quinto quarto di Cristiana

You Might Also Like

26 Comments

  • Reply
    Forno Star
    27 Aprile 2014 at 22:06

    Questa sfida ha riportato alla memoria vecchi piatti che non si usa più mangiare… la tradizione che ritorna!

  • Reply
    edvige
    28 Aprile 2014 at 7:54

    Io adoro le frattaglie, non tutte ma cuore, rognone si e anche il polmone ma fatto in ragù solo lui come lo faceva mia nonna ungherese e che si mangia ancora oggi in Austria accompagnto da un gnocco grande di pane, Il piatto si chiama Beuschel ed è una suistezza. Timo non lo conosco penso che non si trovi nemmeno nelle nostre macellerie. Buono questo sguazet bravissima. Lo proverò a fare ma solo per me le frattaglie maritozzo le odia solo sentire l'odore. Grazie cara e buona settimana.

  • Reply
    Susy Bello
    28 Aprile 2014 at 9:08

    Sono crescita mangiando praticamente tutto, ma proprio tutto. Adesso non riesco neanche a sentirne l'odore. La tua è comunque un'ottima ricetta!
    una serena giornata Susy

  • Reply
    Lilli nel Paese delle stoviglie
    28 Aprile 2014 at 10:39

    Non amo le frattaglie ma trovo le tue foto strepitose e interessante scoprirne un po' informazioni in più, un po' come ci hai raccontato tu! a presto

  • Reply
    Claudia
    28 Aprile 2014 at 10:53

    Io invece le adoro!!!! e questa ricettina farebbe al caso mio adesso..che fame!!!! baci e buon inizio settimana 🙂

  • Reply
    Ale
    28 Aprile 2014 at 10:56

    dio mio, coraggiosa anche tu…io purtroppo interiora e frattaglie non riesco neanche a guardare, mai piaciute…brava tu a riportare un vecchio piatto della tradizione trentina!

    • Reply
      lacucinadellostivale
      29 Aprile 2014 at 5:51

      È stato un caso Ale perché se non fossi andata dai miei non credo che le avrei mai preparate! Un bacio

  • Reply
    elenuccia
    28 Aprile 2014 at 17:02

    Le frattaglie mi fanno senso quindi non mangerei questo piatto ma credo che per un amante del genere la ricettina della mamy sia davvero ottima. Comunque le foto sono superlative, complimenti

  • Reply
    Simo
    28 Aprile 2014 at 17:17

    come commentavo a Maddy, interiora, frattaglie &co, non fanno per me.
    ma mio papà farebbe scarpetta e bis con questo piatto….

  • Reply
    Cristiana Beufalamode
    28 Aprile 2014 at 21:54

    Accettata ed approvata! Il Trentino mancava e sono contenta che anche questa volta si sia messa in moto la famiglia: lo ripeterò fino all'esaurimento le ricette di casa sono quelle che preferisco…perché credo che la grandezza della cucina provenga tutta da lì! Grazie mille per esserci stata e mi dispiace averti creato tanto trambusto! Un bacio cri

    • Reply
      lacucinadellostivale
      29 Aprile 2014 at 5:54

      Alla fine è andata bene Cri, i miei si sono divertiti e io pure! 🙂 un bacione

  • Reply
    Mimma e Marta
    29 Aprile 2014 at 15:15

    La carne non la mangiamo, ma le tue foto si mangiano con gli occhi!! 🙂

  • Reply
    m4ry
    29 Aprile 2014 at 16:10

    Io passo, nel senso che proprio non ce la faccio..le frattaglie e tutto ciò che è interiora non riesco a mangiarle. Sono limitata ! Ahahahah ! Se andassi a Masterchef mi caccerebbero a pedate ! Ahahaha ! Ma tu, amica, sei mitica ! Chapeau ! Ti bacio <3

    • Reply
      lacucinadellostivale
      29 Aprile 2014 at 19:37

      Guarda che caccerebbero anche me perchè…tutto merito della mamma!! 😉

  • Reply
    Sugar
    29 Aprile 2014 at 20:48

    Passo anch'io, le frattaglie e simili non riesco a mangiarle e nemmeno sentirne l'odore! So, comunque, che per molti sono una prelibatezza e conosco qualcuno che si leccherebbe i baffi con questo piattino: de gustibus… 🙂
    Un abbraccio

  • Reply
    ricettedicultura
    2 Maggio 2014 at 22:23

    Sguazet di famiglia, dunque! Come ti capisco, Chiara…qui è il fidanzato a desiderarle ed io a procrastinare il momento in cui entreranno nella mia cucina! Splendida la foto e quei piatti…potrebbe quasi sembrare un innocuo spezzatino…potresti quasi convincermi ad assaggiarlo! 😉

  • Leave a Reply